Sono atto alla terra,
ma
vissuto in disparte
separato
da cose e persone.
Riproduco
pensieri,
fatico
d'amore,
tristezza
che dentro m'avvolge.
E
il dono che ti feci della mia carne
s'è
consumato in più d'un sospiro.
Sguardo
di gemme accese;
breve
fiato di dolore che manca.
Aspetto
da una vita
una
vita che m'appaghi di soddisfazioni.
Rinasco
per poco a una terra
e
la tua sono giardini insoluti
ove
più non entrare.
Sapeva
di prodigio l'avverarsi d'un desiderio
ed
io carezzavo l'inconcesso
che
anche una volta, a me si concedeva.
Provvida
ora irrefrenabile
vinta
dai baci. Proibiti.
Dai
sensi confusi dai nostri sguardi smarriti.
Non
tocco ora la terra che sa di addii conclamati;
l'erba
soffice me ne divide,
e
assapora d'aeree stagioni odorose danzanti.
Un
vento depriva in me nuovi pensieri.
Tutto
questo fa di me una forma vivente
che
vita in se' poco o più non converte.
Culla
beato un sonno rifugiatore;
l'eterna
mancanza d'amore.
Il
nulla è la terra ove tu mi cercasti.
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