Ero
riappartato nella roggia,
ove
ieri vi fu nascondimento per amore.
Giovane
sangue scorreva nella foga,
e
si avvertiva piena vita.
Rumore
delle foglie
lievi
inavvertenze camuffate da troppo desiderio.
Era
così che mutavamo sensazioni,
un
dolore acre già ci consumava
poiché
sapevamo del futuro.
Ma
il nostro appartenerci era più forte di ragione.
Ci
invadeva claustro, fra alberi ed insinui di luce:
un
silenzioso languore di radura.
Agitato
e fermo il mio desiderio
ti
sconfinava sulla pelle
su
ogni sua piega matura.
Fra
le macerie degli arbusti
un
gemito di donna accese la mia anima.
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