Una
griglia di finestra antica
bassa
sulla strada,
ce
n'è tante nella città millenaria.
Contano
i miei passi.
Brevi
arcipelaghi d'ombre
mi
deludono a ricerca d'una luce
e
rive oscure i marciapiedi (smossi selci)
sono
come lapidi ove s'è cancellato il nome.
Passi
dei vivi, illusione che la creta duri
plasmazione
perenne degli intenti
ignoto
struggere mi richiama a una presenza
che
tace in suono di parole.
E
il mio bisogno d'un vero chiamo si fa vano.
E
resta.
E'
una vita di suppliche e preghiere
fra
i peccati di cari vagabondaggi senza misericordia.
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