domenica 3 ottobre 2010

Il cascinale - 2009


Sognavo ancora una casa abbandonata,
immersa nel verde ignoto e fermo.
Diroccata forse, senza tetto senza porte,
dove tu mi regaleresti estreme sensazioni.
dove i fiati e i batticuori ,
si impossessassero per un istante lungo delle nostre vite.
Fuori la terra verde e l'immensità della natura multiforme,
si perdevano in un'assolazione di luce indicibile.
Dinnanzi a noi si protendeva allora, un'eternità senza spiegazione.
E i romori della natura vasta a noi, all'intorno;
a far da sfondo ad un silenzio
senza fine.
I sensi già infiammati pareano clamori,
forse l'amore non è che questa dolce negazione di se stesso,
questa terrificante nostalgia,
del sapersi inesorabilmente disuniti.
L'abbraccio perdurava nella consapevolezza del distacco che s'approssimava; dentro lui; fra noi, vibrava un preciso e certo senso dato al vivere.
II dopo ci avrebbe disilluso ancora.
Guardammo fuori, avvertimmo solo il senso ignoto delle cose;
l'assordante suono delle nostre anime mute.

Nessun commento:

Posta un commento