domenica 3 ottobre 2010

Riflessi di psiche (aridità) - 1994


Risplende d'attonita luce, il meriggio autunnale; ove regna l'arcano.
Risplende, ed io mi ritrovo
accostato ai ricordi,
e a bramosie del futuro.
In accordo con l'anima,
cerco fra mura e vedute di cose;
ciò che sento mancarmi.

Infecondo e vigliacco, amaro involucro già vecchio;
amante allo specchio, d'una somiglianza.
Fra fronde e verde natura boschiva; mi taccio: silenzi.
Risplende ed odora quest'aria, è novembre;
mese di cose già morte e sepolte.

Ho ottenebrato antichi pensieri, per soluzioni di lacrime.
Mi vedo in chiarezza, onda che non s'infrange;
uomo falso che prega, che piange;
al lamento gemente, lanciato a DIO; che su me rifrange.

Risplende la mia sterilità,
che nacque con me, per la mia smania di vita verde;
poi imprigionata da eventi, e tacque. Su te.
Poi viene la sera, e come sempre, mendico amore,
frugando in un cesto d'ottuse amarezze, di gioie mai trovate, mai vissute;
ombre lievi d'un domani che muore, ridendo silente; nel nulla;
d'una visione sfumata d'assenza di carezze perdute.

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