Nella tua erba ho affondato piano le
mie mani,
non più candide né serene.
Come l’anima dopo scoperte di morte,
l’odore di primavera era il tuo odore
di donna.
Dissonanza d’un fiore agguerrito
fra’sassi.
Fin nelle cellule una brama di carne,
un moto d’impeti nuovi, azzerato
dall’accascio muto del desiderio.
E fra l’erba i tuoi sandali, il piede
esile con le unghie tinte di rosso;
erano già preludio d’amore.
Distanza di spazi a raggiungere la
camera in ombra,
a procedere nel misfatto dei sensi:
cucitoci addosso.
Venni a te con la crudezza della
passione.
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