Ho dischiuso mani di carezze,
su visi inafferrabili.
Nei sensi smarrita la ragione
fra sospiri di gemiti e cieli offuscati
da esalazioni di penombre.
E nella bruma filtrata breve e cauta
da un raggio lunare, eterea m’appari,
pulviscolare, fantasma nei ricordi,
nel tuo corpo senza veli, crepuscolare.
Insieme al mio desiderio ancor vivo,
t’allontani.
Sembra morte; e nelle mani l’ombra
del tuo corpo non dilegua.
E sotterraneo il mio amore a rispuntare
breve,
come radici su una strada.
Non requie, disamalgamo a fatica, e il
distacco fa dolore;
come volgere di stelle a un mattino che
t’annienta.
Esubera il mio anelito
e carne e anima urlano per le mie mani
vuote di te,
in questa vita in terra che m’esilia.
Mi prestano i soli ricordi gli occhi,
la tua forma viva.
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