venerdì 18 marzo 2011

Le corriere


Non sono più uguali a ieri, i sogni ad occhi aperti,
le chimere
poiché ragazzo in età verde,
da scuola tornando varcavo
limiti regionali
a bordo di vecchie corriere.
Or non più esistono, quei modelli,
ove noi monelli ci disarcionavamo in finto lottar dai sedili,
così a disturbare all'intorno e scalmanare energie che la gioventù ci sovrabbondava.
Io dal canto mio, spesso guardavo, ignoravo gli altri
sempre lontani e diversi da me.
Non perduti in fissità di sguardi fermi inermi,
sulle cose e le case che parevan passare veloci,
su lontani orizzonti di pianura padana;
che sterminavano lontananze e immaginati irritorni.
Io sognavo i miei sogni e , già presenti le nostalgie,
pensavo al domani, a mille utopie,
ad arcane intuizioni, ad oscuri e fors'anche proibiti bisogni.
Mai presente il coraggio di soddisfarli.
Sognavo smoderate ambizioni, e mondi oltre questo,
ignote galassie e destinazioni.
Fuori scorrevano smisurati i panorami.
Sognavo distante dagli altri, sempre così lontani da me;
grandi amori grandi avventure galanti,
generose emozioni volte al futuro innanzi.
Poi tornavo a casa in un pasto caldo preparato da mani amorevoli;
e finivano i sogni così come i giorni
così disdicevoli fra le incessanti confusioni, gli inutili frastuoni,
io lì sdraiato sognante, davanti al confuso brusio, strabordante d'immagini di falsi suoni:
di mille televisioni.
I sogni sono ancora tali come i ritardi del tardi. Ed io uomo - bambino
sempre diverso e lontano dagli altri;
fisso innanzi scorrere il passaggio a costeggiare il fiume: d'un treno.
Ed è già domani, tutto trascorre come in sogno,
nelle battaglie di segreti amori milioni di volte perdute,
stringo in nulla le mani.
son più sereno i tuoi baci lontani
quel qualcosa che avverto e non conosco è un lento incessante richiamo.
La rossa luce della sera si convertirà nell'oblio della notte,
come di quel treno dopo il cui passare non resta che suono.
Attenderò con te dentro l'anima che le stelle si tramutino
in evento d'aurora.
Mi parrà di risentire per un solo vago istante
il fragore della corriera, impressione cara forse per una volta ancora.
Della passata gioventù
un'altra ombra che spare, un'altra chimera.

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