E
venne la donna
cara
giovinezza già lontana;
era
tardi.
Venne
col suo raro sorriso dorato
a
fare di tenebra luce.
Ed
è fra mura silenti e e segreti sospiri
che
aggiunto un tassello d'amore alla mia vita di eremo
ho
creduto l'istante durevole.
E
venne con la sua bocca l'acredine ostile,
d'inevitato
abbandono;
con
le sue membra la gioia della spossatezza.
Un
silenzio dell'erbe bagnate di pioggia,
una
selva mirata circoscritta alle notti.
E
frusto cielo d'inverno a dividere fra i tetti le stelle.
Ebbi
la sua mano asciutta affusolata
e
mi parve una consacrazione.
Patisco
esilio del cuore
parvenze
di dileguazione.
Ora
non dura che assenza:
un
altro sigillo dell'anima.
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