domenica 8 luglio 2012

Efebica - 2010


Ti dorme negli occhi,
una quiete senza gioia.
Efebica, Ariana, m'inascolti.

Preso dalla tua figura,
dimentico i passaggi più sicuri, insepolti.
Un alone riflesso da fessure,
forse luna, ti ridelinea in insieme.

Viso di guazza estiva e di rugiada.
E' moltiplicato il mio silenzio ora che dormi.
Sprofondano i pensieri miei,
nei tuoi capelli.
E fuori, tace il tuo giardino,
addormentato anch'esso nelle ombre.

Efebica e pur senza tempo
mi appoggio con il capo alla tua spalla
e m'empio del tuo odore dolce e greve.
Qui i mattini disabitano la terra,
è la tua stanza, e pare una notte eterna..

Dopo tanto possederti è amore ancora e più di prima.
E le stelle immote a figurare solitudini;
come le nostre, avvicinate equidistanti,
ristanno come sempre,
come questo sonno tuo di palpebre allungate
ch'io contemplo, come queste piante buie,
allontanate, le foglie.

E pur se è già finita e disarderà
quel fuoco che ci accolse amanti so
che tu sei parte eterna della mia sostanza.
Disadorna è la mia voglia nel tuo sonno.
Ma senza colpa, attenderò il tuo corpo
di vapori che si desta.

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