Ti dorme negli occhi,
una quiete senza gioia.
Efebica, Ariana, m'inascolti.
Preso dalla tua figura,
dimentico i passaggi più sicuri,
insepolti.
Un alone riflesso da fessure,
forse luna, ti ridelinea in insieme.
Viso di guazza estiva e di rugiada.
E' moltiplicato il mio silenzio ora che
dormi.
Sprofondano i pensieri miei,
nei tuoi capelli.
E fuori, tace il tuo giardino,
addormentato anch'esso nelle ombre.
Efebica e pur senza tempo
mi appoggio con il capo alla tua spalla
e m'empio del tuo odore dolce e greve.
Qui i mattini disabitano la terra,
è la tua stanza, e pare una notte
eterna..
Dopo tanto possederti è amore ancora e
più di prima.
E le stelle immote a figurare
solitudini;
come le nostre, avvicinate
equidistanti,
ristanno come sempre,
come questo sonno tuo di palpebre
allungate
ch'io contemplo, come queste piante
buie,
allontanate, le foglie.
E pur se è già finita e disarderà
quel fuoco che ci accolse amanti so
che tu sei parte eterna della mia
sostanza.
Disadorna è la mia voglia nel tuo
sonno.
Ma senza colpa, attenderò il tuo corpo
di vapori che si desta.
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