Giacere
sdraiato a sognare
dormire
è meglio
in
questo sperduto giaciglio
per
non ricordare che vaghe ombre
vaghe
memorie.
Il
sogno mette ansia e paura,
quasi
a fiato levare
rende
vere le angosce
rende
cupo terrore.
Poi
tutto cambia, volge al meglio
svanisce
dolore.
Al
risveglio vago sentore di spazi remoti
brulichii
della mente, suoni del fuori,
ove
l'erbe odorose di pioggia d'aprile
apriranno
ancor primavere.
Mi
sentirò scontato, ripetuto forse,
riconfermato.
Per
non aver pace in pensieri
per
coltivare ossessioni
rotti
giocattoli rotte ambizioni.
Per
divagare d'amore,
che
è fremito d'attimi già delusi da sempre.
Diffonderò
le mie lacrime,
mi
confonderò fra spazi di luce:
unirò
alla tua la mia voce.
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