E'
uno strepito d'astri
il
silenzio della tua anima
che
m'addolora.
E
le cose inerti che ci circondano
non
sanno del mio soffrire.
Sono
battigie incupite, vaste vedute,
erte
e salite irragionevoli: non più atte ad essere assurte.
Tutto
è vano tranne il profumo
che
mi lasciasti residuo su un lembo della mia vita.
Il
passato con te non trascolora.
Un
latrato nella canicola
mi
riporta straziato al tempo ordinario.
Nel
madore degli occhi
uno
sguardo gettato lontano:
vie
muriccioli oscuri anfratti.
Case
infinite ad arrivare alla tua.
Esilio
di mattoni e pietre
ove
si frantuma un agonia d'un amore.
Alberi
e spazi.
E
gli altri dolori sono cose che ignoro
ma
avverto deserto,
spenta
luce di cieli
troppo
tardi avverati.
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