lunedì 27 settembre 2010

Cocci sparsi della mia vita - 1994


Cocci sparsi, quelli della mia vita; disseminati qua e là,
come erba appassita, appena tagliata. Mi riassale un nebuloso ricordo,
un incanto
d'istanti.
E tu, vaga; tremuli fra coscienti nebbie del dentro,
fra veglia e sonno, fra ieri e oggi: senza vera collocazione.
Sei restata amalgamata a me come un'erba vischiosa; ma tenera e tenace.
Cocci, cocci e vaghezza di pace, quest'incedere impietoso
di non più freschi pensieri, di già contaminati impuri desideri.
Conto i cocci attorno a me, frastagliano essi il mio "breve" orizzonte;
fa caldo oggi, un caldo inclemente…
Quale bravura sovvengo da sempre nell'altrui cuore, c'è maestria a gestire
perfino gli oscuri eventi e l'amore; io non ce l'ho: io ripeto il soffrire.
E tu non abbandoni i miei lidi ormai stanchi e poco battuti;
tu come l'ombra accanto ad altre ombre, non tramonti sulla mia vita;
ma t'aggiri fra le sue macerie e le mie,
come uno spettro fra fuochi fatui e tombe.
E i cocci già vecchi e polverosi, così come me;
sono soltanto, pezzi confusi fra loro, risonanze d'antiche deflagrazioni.
Mi riassale un fumoso ricordo, una eco di suoni e di nomi.
E tu? Sei uno di essi, troppi, come troppe sono le trascorse stagioni.
Fra luna e sonno, fra buio e giorno, e luci vaghe e accecanti;
di secolari intuizioni.
Come un lento passare sulle lacrime mie versate ai disincanti,
ai morti sogni di falliti amori, di mai scordate verdi ambizioni.

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