mercoledì 29 settembre 2010

Cosa accade


Che m'accade? Sosta inviene nella mia oceanica inquietudine;
si placa l'onda e al la marea.
Certezza d'altre cose, e mi sovvien la via infinita,
il dispiegato eterno,
la vaghezza nulla della mia nulla vita.
M'accade: il presagire, l'occulto mio avvertire;
che già sopra questa strada mi richiama e guida,
ed avanzando sempre più s'allontana
agli echi delle grida dell'esistenza vuota e vana,
come miraggio, fata morgana... alle mie spalle restano le cose che bramai.
M'accade ora che le lascio,
mi sovviene l'iniziare lento, del tempo del finire;
non senza sgomento, non senza un po' rabbrividire.
Malgrado la mia volontà che lotta contro,
vedo le mie passioni appassire; la verde età sparire,
la terra, fosca nuda terra madre: rabbuiare.

E' l'ora di capire: che m'accade?
Si sveglia l'anima dal sonno secolare,
immemore oramai d'eventi.
si sveglia l'intuire, la sacra voce universale,
come un riflesso irradiante
come un richiamo di luce di stella polare.
Ed il cielo si centuplica in visione,
e lascia a se stesso ciò che ha veduto nei millenni dell'ieri,
nell'eterna evoluzione.
Proprio come me, che m'accade d'intendere in un mistero una voce,
un qualche perché.
Che m'accade d'intraprender la via, che è strada del vero;
e che tace ora ogni vano suono e movimento del mio lungo passato.
La via, su cui io pur vivendo: sono rinato!

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