lunedì 27 settembre 2010

Potessi


Potessi quantificare tutto l'amor che ti porto;
non basterebbero estese pianure, né spazi infiniti di cielo;
per contenerlo.
Potessi dirti ogni minuto secondo quanto grande esso sia,
udresti all'istante il battito acceso del mio cuore,
potresti toccare quasi la mia felicità.
Perché sei amore; una direzione obbligatoria, una via che porta;
i miei passi al tuo odore,
una immemore memoria,
dalla gioia al dolore; eppoi di nuovo dal dolore alla gioia.
Potessi farti capire, questo mio desiderarti e non averti ora,
e provare ogni istante a morire,
per rinascere a una flebile speranza;
ad un tuo creduto arrivo fasullo, e poi di nuovo il silenzio:
per morire ancora.
Quanto è lunga la via del perdono,
ardua invece la femminea crudezza,
della donna verso l'uomo.
Potessi farti comprendere, come m'angustia quel suono:
La voce tua, la mia; in un passato prossimo e già lontano;
ove nell'anima, che per davvero avvertì, allora, la vita;
ci dicemmo mille volte, e mille ancora: ti amo.

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