lunedì 27 settembre 2010

Oggetti e stoviglie di movimenti quotidiani - 2009


Svolgimento di piccoli gesti quotidiani, auto confessioni
di moventi interiori.
Votazioni di pensieri, prendono corpo cose e situazioni,
poi subito accantonate.
Subitanee elezioni di idee che risulteranno impraticabili:
solo l'attimo che seguirà.
E le stoviglie, le tazze, il cucchiaino, il caffè; la stessa cucina
silenziosa dimora, luce di neon consumato, fioca,
tristo teatro delle mie peregrinazioni interiori.
Si passa colà, il più della giornata.
E gli oggetti consueti le cose poste qua e là, s’annumerano;
come fossero piccoli emblemi agli amori passati,
agli entusiasmi inesorabilmente assopiti poi raffreddati.
Nulla però pare esser perduto.
Eppure questa solitudine, che è materia impalpabile d'ombre
e fantasmi:
è l'elemento restante nel quale
volente o nolente
io da sempre mi movo.
Fra le cose usuali e care pur amando io resto solo.
Cosi passo in salotto, divano, poltrona, televisione, poggio i piedi sdraiandomi quasi, alla visione di immagini insulse, errabonde;
come adagiato in su uno scranno, passano inesorabili ore vuote infeconde.
I libri mi osservano muti dallo scaffale, me ne hanno insegnate di cose,
quasi tutte scontate, ben dette però: dolenti ed amare.
Quasi avverto disperazione, che ancor vi sia qualcosa da poter salvare.
Fra poche ore passerò in camera da letto, leggendo ancora una volta
prima di dormire, parole di vita sempre cercata, parole “creazioni”
di sogni, parole ai bisogni dolenti d'amore.
E a quelli di capir come viver la vita là fuori
gli oggetti all’intorno giaceranno inerti e muti come sempre;
sotto stelle di cieli senza confini; senza rumori…

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