lunedì 27 settembre 2010

Davanti il nulla


Davanti nulla vedo,
alle spalle, abbandonati eventi passati,
suoni e sospiri di ambizioni perdute.

Perché davanti v'è il nulla;
non so immaginare il futuro, c'è l'attimo, ora, e poi vuoti orizzonti silenti,
e quiete stelle forse senz'anima.

Grigiore assoluto, passa il tempo, un minuto;
e la vita inesorabile fugge, trascorre strisciando fra la pelle ed i muri;
agendo sull'anima stanca: provati dolori.

Perché davanti c'è aria e non altro, verdi e muti rossori, d'un tempo che fu;
illusioni al felice di giovani cuori, protesi agli amori.

Ieri era un volto bello, o forse anche di più; occhi capelli e colori, e sempre tu.
Davanti, oscuri presagi, realtà che dissolvono antiche fedi sbagliate,
chiasso sfrenato di vita era ieri,
ma oggi dond'è quella voce,
quei dolci romori,
quell'indaffararci creduto e obbligato, senza il quale pareva di non poter vivere.
Invece, si è vissuti lo stesso, ieri ed adesso;
ed ogni evento e cosa passano oscuri e remoti attraversati da lampi fugaci di luce stranita.

Perché qui; più spesso vi è oscurità; ed eventi insondati,
qua c'è solo la vita e noi esseri più che provati,
incarnazioni di una speranza smarrita, forse rubata,
forse forzatamente dimenticata.
In una realtà che è irreale, che crediamo nostra, ed invece ciò è solo quello che appare,
è come l'amore che non ci può mai appartenere,
come il sogno d'una cosa che inesorabilmente poi muore.

Come questo dolore di non essere esenti da cupezze e fantasmi interiori,
alla paura di esistere
a quella di andarsene, a quella di restare,
per divenire non altro che poveri uomini,
ebbri di lontananze anche nei pensieri, travolti da suoni,
da troppi colori,
per capire soltanto la propria condizione, cercare forse:
la propria certezza invece: essere per sempre soli.

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