lunedì 27 settembre 2010

Quante volte anima mia - 1997


Mia anima, quante fosche luci, non chiare in semiombra hai conosciuto.
Dalle memorie del passato remoto della vita;
riaffioravi per capire e domandare, e non giunse mai risposta vera,
a placare le tue angosce.
Quanti luoghi hai scandagliato, ferma o in corsa,
quante volte hai combattuto e perso, nel cipiglio breve e fiero di valerti.
Hai pianto; d'estreme nostalgie.
Quante mani hai conosciuto, e visi e voci per cercare di sentirti meno sola;
poi ti rituffavi nel passato, unica cosa che consola;
alla triste nullità e vaghezza degli eventi della vita.
Ti sei ammansita; ma non mai arresa!
Quante volte hai aperto eppoi richiuso una porta di speranza;
senza trovar null'altro che amare delusioni;
e le sensazioni hanno cosi avvertito: milioni d'aldilà.
Intuite verità che forse già avevi conosciuto.
Votata tu, all'amor certo, ma anche con esso all'immensità del vuoto;
quante volte hai tuffato i tuoi pensieri bui, come quelli lucenti ed assoluti:
verso abissi d'infinito. Quante volte hai intonato melodie d'eternità.
Poi, coi tuoi invisibili occhi; tanto ti sei stupita... ANIMA MIA.
Non ti sei più riconosciuta, invero classificata mai;
dall'utero in avanti: donna o uomo.
E qualcosa ha offuscato la tua luminescenza…
Sei restata " senza ", da sempre; e non so dir se sia solo mancanza.
Forse d'amore; o chissà cos'altro, attitudine all'oblio, o al vasto inutile vagare...
Quante volte, una melanconia, un misterioso dolore,
un riconoscer cose passate, antiche
eppoi riprecipitare di nuovo nel reale, in assenza della tua agognata pace.
Sei restata, sola; perplessa e guardinga;
e t'arrestasti un dì, come al delimitare d'una soglia, al suono d'un perché,
e all'eco caldo irresistibile d'una femminea voce.
Chi o cosa mai può essere o è, povera anima mia;
ancora, è attesa, ed assoluto nulla
sulla nuda terra vi è.
Ed il tuo dolce cuore, mesto e muto, addolorato: tace.

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