Tu
Non più ricordi forse ora,
le vette montane fra gli occhi nostri ed il cielo,
che insieme contemplavamo da sopra una altura.
Insieme! Eravamo insieme; come tu sempre dicevi.
Amavi dire quella parola!
Tu
non più ricordi l'automobile delle nostre scorribande notturne;
fatta di due - noi - che si bastavano, che inglobavano in se stessi;
il colore della notte, il luccichio delle stelle.
Io ti parlavo, come Neruda;
e pronunciavo
con le labbra a fil di voce il tuo nome.
Tu
più non ricordi quel gesto ovattato di dolce sale,
scintillato tra noi; come folgore accesa e imperitura.
Gracidavano le rane, cantavano i grilli,
tacevano della collinare campagna
a quell'ora lunare i sommessi mestieri della vita dell'uomo.
Io ti ero un po' tutto; padre, madre, fratello e maestro;
volevo esserti invece soprattutto amante.
Assaporavo i tuoi aromi
con l'essenza notturna della natura che si risvegliava alla primavera.
Tu
più non ricordi le luci distanti, fra le nostre dita; per gioco
afferrate da quella altura;
con l'amore per la fantasia.
Il mio abbraccio era luce scaturita dal bene sempre illuminato
come le stelle di quelle notti.
Forsennati ed insonni abbaiavano alcuni cani lontano,
fra i casolari e le messi appena sbocciate.
Insonne ero io.
Anche dopo averti riportato alla tua casa;
io che arginavo la piena nel mio cuore,
dell'amore per te.
Tu
più non ricordi, ma si sa;
i ricordi sono di chi è già abbastanza vecchio per coltivarli.
Ed ho così seminato le tue movenze e le tue parole,
nei terreni della mia angusta anima.
Ed anche io poeta, ed anche io esanime
di vita succhiata dalla tua
bocca nascosta e mentitrice,
ho creato - come Neruda - versi di bene
e di carnalità sempre nascente.
Tu
più non ricordi le antiche chiese dormienti alla notte,
magica e senza affanni: solo nostra;
gli antri bui, le parole che ci compenetravano.
Ma io sì, io ricordo tutto:
ogni istante
ogni pezzo di strada,
ogni ora passata accanto al tuo amore dolente
e avvicendato alle poche speranze.
Tu
più non ricordi che una notte - una di quelle notti -
ti ho preso per mano e ti ho - giovane anima - presentato alla vita,
alla verità di esistere, al sacro e al profano,
al bene ed al male.
Tu
più non ricordi, ma ricordi certo,
di non avermi detto nemmeno una volta Ti amo.
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